Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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L’ondata pandemica che stiamo tuttora vivendo, seppure in questo momento con misure meno restrittive, sta toccando in modo significativo molti ambiti e aspetti della vita delle famiglie con minori, andando spesso ad esasperare differenze nelle opportunità e nelle condizioni di vita prima già esistenti. L’emergenza sanitaria, e la relativa chiusura anche parziale delle scuole, ha richiesto alle famiglie con bambini/e e ragazzi/e di fronteggiare in autonomia, e per lo più in solitudine, diversi compiti normalmente suddivisi o addirittura totalmente delegati a figure esterne alla famiglia: compiti educativi e compiti di cura. Il venir meno, o la frammentazione, dei servizi di supporto alle famiglie, a partire dai servizi per la prima infanzia, di tutte le attività in ambito sportivo e ricreativo, dei sostegni da parte di personale educativo, unite alla difficoltà di coinvolgere nei compiti di cura persone esterne allo stretto nucleo famigliare, hanno comportato un grande cambiamento nella vita di tutte le famiglie, a prescindere dal livello socio-economico o culturale. Nonostante i diversi sostegni previsti per i lavoratori che dovevano occuparsi dei figli (possibilità di usufruire di congedi ordinari retribuiti, fruizione di voucher per l’uso di servizi di baby-sitting, ecc.), la chiusura delle scuole e dei servizi per la prima infanzia ha comportato grandi difficoltà nel gestire le esigenze familiari parallelamente a quelle del lavoro. Ora ci troviamo alle porte dell’estate ed è evidente e necessaria l’esigenza di ampliare gli aiuti alle famiglie che devono pagare i servizi di conciliazione estivi. Se da un lato la Giunta provinciale ha deciso di tenere aperte le scuole materne a luglio, offrendo un servizio pubblico, ci sono famiglie che preferiscono rivolgersi ai un servizio estivo offerto dal terzo settore, che deve essere comunque sostenuto. Con costi in questo caso a carico della famiglia. Ci sono anche tante famiglie che hanno ragazzi/e dai 6 ai 14 anni. Nuclei familiari toccati dalla crisi economica, dove i genitori riprendono gradualmente il lavoro, ma che hanno senz’altro meno risorse a disposizione. Ecco quindi la necessità che la Provincia di Trento intervenga per sostenere le famiglie trentine che devono pagare i servizi di conciliazione estivi per i figli fino ai 14 anni. Con dei criteri di priorità per assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con maggiori difficoltà nella conciliazione tra cura e lavoro (per esempio situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari monoparentali, incompatibilità del lavoro dei genitori con lo smart-working e/o condizioni economica, condizione di fragilità/disabilità). Ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale utilizzando i fondi di Bilancio: a incrementare per l’anno 2021 gli aiuti alle famiglie che devono pagare i servizi di conciliazione estivi con dei criteri di priorità per assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con maggiori difficoltà nella conciliazione tra cura e lavoro (per esempio situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari monoparentali, incompatibilità del lavoro dei genitori con lo smart-working e/o condizioni economica, condizione di fragilità/disabilità), in modo tale che la spesa a carico delle famiglie non sia superiore ai 50 euro.
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LUCIA COPPOLA vedi anche: COMUNICATO STAMPA |
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